Descrivere l’indescrivibile.

Questo mi tocca oggi, cercare di raccontare un’esperienza meravigliosa, fatta di suoni, luci, colori, rumori, odori, sensazioni, e… fango! Sono stati 5 giorni intensi, e sono stati lunghi, tanto che potrei iniziare a scrivere adesso e finire in tempo per l’edizione di Glastonbury 2016. Vorrei che queste foto parlassero per me, ma neanche loro sono abbastanza. Immaginate una campagna, un’immensa campagna nel sud dell’Inghilterra, ecco è lì che si trova Glastonbury, una piccola città nel Somerset a 30 miglia da Bristol. Immaginate un’immensa distesa di tende e migliaia di persone in clima di festa, palchi pronti per artisti come Pharrell Williams, The Who, i Florence and the Machine, gli Alt-J, Lionel Richie, i Motorhead, Patti Smith, i Chemical Brothers, Deadmou5, Kanye West e il Dalai Lama. Sì esatto, il Dalai Lama. Immaginate la possibilità di ascoltare musica 24h su 24h, di camminare da una zona all’altra del festival passando per centinaia di furgoncini di street food, di percorrere 16 km al giorno, spesso in mezzo al fango e di passare dalla zona delle tende Hippie a quella ispirata a una Fiera dell’Orrore, di passare da un palco all’altro e aver certezza ogni volta di poter ascoltare il concerto di alcuni tra i più grandi artisti del momento (e non solo). Immaginate ragazzini e ragazzine, giovani uomini e giovani donne, ma anche e soprattutto intere famiglie con passeggini attrezzati per l’accampamento e per la notte. E non tralasciate i nonni, Glastonbury è un’istituzione per chi è appassionato di musica e l’età è tutto tranne che un limite, così come non lo sono gli outfit eccentrici, esagerati, coerenti con il mood festaiolo di chi li indossa. Immaginate tanto glitter sulla pelle bruciata da un sole che sorprende tra un acquazzone e l’altro, immaginate me e Catherine Poulain in una tenda, per 4 notti, a dormire sotto 4 piumoni, a mangiare Churros e ad evitare di bere troppo (acqua giuro) per non incorrere  nella necessità di bagni difficili da raggiungere. Immaginate molta complicità e chiacchiere, risate e stupore di fronte a qualcosa di “così” diverso, più che nuovo. Glastonbury è davvero come Pete e Kate, è davvero quell’immagine glamour di sregolatezza, Glastonbury non è per tutti, Glastonbury è reale, è marcia, ma con eleganza. Galstonbury è una delle più belle esperienze che abbia mai vissuto, è un festival come tanti altri, forse, ma che mantiene in se l’intento iniziale, dare spazio alla musica e all’arte, ad artisti di fama internazionale e ai più “piccoli” gruppi emergenti. Glastonbury è molto arrosto e poco fumo, ma è anche e soprattutto, tanto, bellissimo, immancabilissimo fango.

 

Thanks to Teva Europe for this amazing experience!

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