La settimana della moda di Londra per la p/e 2017 è un ponte tra epoche. Racconta di quando la memoria del passato e la spinta verso il futuro sanno dipingere il presente rendendolo per questo più vivo e più vero.

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Versus

È una storia d’amore quella di Donatella Versace con Versus. Nata nel 1989 come dono da parte di Gianni è da sempre il personale spazio di sperimentazione per la designer. Ed è una storia d’amore che ci racconta con la collezione per la p/e 2017. Gigi Hadid e Zayn Malik nel front row sono la perfetta incarnazione degli abiti scesi in passerella e della generazione di millenials per cui sono pensati. L’attitudine rock, i tagli netti e sensuali degli abiti, la reinterpretazione di tessuti e forme che assumono una nuova destinazione d’uso. Perfino il metal-mesh tanto caro a Donatella fa il suo comeback. La proposta insiste sul nuovo corso che Versace sta intraprendendo “Questa collezione parla della realtà. Di come la generazione Versus Versace vive la propria vita”.

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JW Anderson

JW Anderson propone una delle collezioni più facili della sua carriera e nell’accezione più positiva. Un pastiche idiosincratico se non di ispirazioni quanto meno di situazioni. Non c’è spiegazione alla compresenza su una maglia di un volto di scimmia e di gorgiere rinascimentali che la rifiniscono e nemmeno all’accostamento di una giubba Tudor ad una gonna asimmetrica in dip-dye dai colori di un tramonto ibizenco. Originale perché mai letterale, convincente perché personalissimo e strafottente. La forza di questo creativo sta nella capacità di infondere di materia viva il suo sogno vivido e confuso che si fa abito.

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Burberry

Burberry fa punto e capo. #MakersHouse è il nome della collezione, senza stagionalità alcuna. Le proposte, maschile e femminile, sono unite in un unico défilé perché il messaggio sia robusto. La collezione è in vendita immediatamente dopo la presentazione.
In questa proiezione così radicale verso il futuro suona poetica la scelta di riscoprire le origini, del marchio, e le radici della propria terra, la Gran Bretagna. Non soddisfatto del citazionismo Christopher Bailey sapientemente reinventa i look attribuendo loro tutto quanto possa essere à la page, qui e ora. Del resto questa collezione deve incontrare lo zest del momento. Non c’è spazio per una scelta creativa troppo azzardata.
Fluidità tra i generi, il maschile e il femminile che condividono forme, dettagli e colori, la ricerca ossessiva delle sovrapposizioni senza dimenticare la morbidezza dei volumi. Il trench, capo icona, svecchiato da quella rigidità maschile con cui è noto ai più sin dagli anni ’20, addirittura la fantasia check riportata in vita e scossa da nuova linfa. I dettagli elisabettiani – gorgiere, mostrine, nappe, giubbe militari – perdono il sapore altezzoso dell’epoca. Calati in una malinconica eppure attualissima riflessione: senza passato non v’è futuro.

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Christopher Kane

Spazio di riflessione anche per Christopher Kane che celebra i 10 anni di carriera alla guida dell’omonimo marchio. Per la p/e 2017 la riflessione si divide tra passato prossimo, i suoi esordi, quando Kane sfruttava tessuti e oggetti inaspettati per dare vita a creazioni che scossero gli addetti ai lavori per la loro spinta rivoluzionaria. E il passato remoto, la ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando le donne, afflitte dalla penuria dei mezzi, cercavano soluzioni creative per esibire la loro femminilità. La collezione convince solo a tratti, addirittura anacronistica risulta la reinterpretazione delle crocs-versione-couture ormai nemmeno più considerate una vera bruttura. Quel che impressiona ed è lodevole, piuttosto, è che questo designer scozzese abbia conservato lo spirito degli inizi senza mai piegarsi alle logiche di vendita. Questa collezione, dopotutto, ne è un esempio.

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Simone Rocha

Simone Rocha, giovane designer che ha imposto il suo nome nel calendario della moda londinese, da prova di sapersi confrontare con il passato in modo tutt’altro che letterale. Sul moodboard per la p/e 2017 devono necessariamente essere state presenti diverse immagini della sua fanciullezza in Irlanda. La versione grown-up delle tuniche cresimali, i ricami floreali e i volumi dal sapore antico sono rubati ai dipinti e alle immagini di epoca vittoriana, ma riportati alla realtà e nel presente dalle calzature con robusti tacchi in plexiglas. Il passato può essere un sogno nostalgico nel quale cullare le fatiche del quotidiano, ma un balzo al XXI secolo è sufficiente per rendere una collezione come questa magistrale.

Pushed by Martino Carrera

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