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The spirit is free. MMFW ci parla della libertà, non come scelta di stile senza regole piuttosto come capacità di interpretare il guardaroba per la prossima p/e 2018 alla luce del presente, riscrivendo i classici della moda maschile seguendo un’attitudine rilassata, in fin dei conti libera.

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Fendi p/e 2018

La passerella che Fendi ha allestito per presentare la sua collezione uomo per la prossima p/e 2018 ricorda l’ingresso del Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, dove il marchio ha stabilito i suoi headquarters ad ottobre 2015. Il set – una doppia passerella in marmo nero e bianco – ricorda, invero, l’ingresso di una qualsiasi azienda corporate, come se ne trovano in Europa, negli Stati Uniti d’America e volendo in qualsiasi posto del mondo. Ed è proprio sul ‘power-dressing’, sul ‘corporate attire’ che Silvia Venturini Fendi ha provato a riflettere. La stagione estiva è spesso occasione per un certo escapism, tra surfisti, scalatori e vacanze in riviera che si riversano sulle passerelle maschili. Fendi decide di sparigliare le carte immaginando l’estate come ‘back to work’. Una strada che si connota di una freschezza inaspettata e originale: quasi che un’estate piantonati alla scrivania possa essere motivo di gioia. Business is fun. E lo è davvero: lo spirito degli anni ’20 – quando in USA le grandi compagnie di advertising iniziavano a muovere i primi passi a Chicago e a New York – le bretelle, la cravatta dal taglio classico (per fortuna segnando la fine della cravatta slim che ha imperversato per qualche stagione di troppo!), il pantalone formale e le giacche decostruite, il trench-coat e lo spolverino in tessuto tecnico e trasparente sono ulteriormente alleggeriti da una palette cromatica che si concentra sui toni pastello: azzurro, rosa pallido, il giallo della carta invecchiata. E se volumi e abbinamenti non fossero abbastanza per delineare questa proposta, intervengono a sostegno le stampe di Sue Tilley. Artista peculiare, è stata musa di Lucian Freud – pittore espressionista – amica intima di Leigh Bowery, ma che anzitutto lavorava come impiegata nell’amministrazione civile di Londra. Forse il personaggio – che per Fendi ha arricchito accessori e dettagli applicati sugli abiti (banane, fogli di carta, tazze da te, insomma oggetti quotidiani) – è la vera summa di questa collezione. Celebra la contraddizione coerente, cioè la possibilità di liberare lo spirito attraverso l’abito da ufficio che del power dressing da cui la collezione muove ha perso ogni rigidità. In quanto corporate, ritorna spesso il logo, della doppia F.
La sera di lunedì 19, a poche ore dallo show e in chiusura di MMFW, Carla Fendi, una delle cinque sorelle anima del marchio e zia di Silvia è deceduta. Nel lettering sparso qua e la, su pantaloni color indaco, accessori e patch delle giacche sembra campeggiare un tributo ad una delle donne che hanno portato Fendi nella contemporaneità. Con gioioso spirito corporate.

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Fendi p/e 2018

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Fendi p/e 2018

Massimo Giorgetti, il direttore creativo di MSGM da qualche tempo ha decolorato i suoi capelli, bleached. Questa questione tutta personale ha molto a che fare con la collezione che ha presentato domenica durante MMFW per la prossima p/e 2018. Racconta di un viaggio lungo la West Coast, con pit-stop a Venice Beach e una deviazione al Burning Man Festival. É una collezione gioiosa, «It’s happy, because I’m happy» ha dichiarato il designer. La California, le spiagge assolate, le moto cromate e uno spirito fresco e di libertà che coglie con precisione la tendenza dei giovani consumatori. Questo è quello in cui riesce meglio Giorgetti, cogliere la contemporaneità; quando lanciò il suo brand nel 2008, MSGM si è assestato su un segmento del mercato ancora poco delineato, quello del contemporary-luxe-urbanwear. Oggi quella strada è stata percorsa da tanti designer, tuttavia quello che Giorgetti riesce a fare meglio e più di altri è raccontare un percorso che lo allontana dallo zeitgest del qui-e-ora paradossalmente avvicinandolo a quello che vogliono i consumatori, non solo moda appetibile ma anche un racconto riconoscibile. Per la p/e 2018 MSGM si divide tra il bianco su bianco dell’apertura con i volumi atletici e i tessuti performanti, i parka in nylon semitrasparente ad aggiungere smalto, per arrivare alla sezione del camouflage che diventa geometrico sia nella stampa che nelle silhouette fatte di sovrapposizioni – immaginate Lennon Gallagher, figlio del musicista Liam, scendere in passerella con un anorak accostato ad un paio di shorts e ad un maglione stampa Baja ed avrete chiara l’idea di viaggio che MSGM ha proposto.

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Lennon Gallagher at MSGM p/e 2018 Fashion show

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MSGM p/e 2018

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MSGM p/e 2018

Alessandro Sartori, a poco più di un anno dal suo ingresso da Ermenegildo Zegna, sembra aver trovato il percorso da seguire per portare il brand nel presente. Per la p/e 2018 Zegna ha allestito il chiostro dell’Università Statale di Milano con un paesaggio terra bruciata suggestivo di una landa desertica al tramonto, al centro del set un grande albero. Il dialogo tra abiti e set è quanto mai riuscito. L’uomo che Sartori ha immaginato per Zegna è un viaggiatore che inizia il proprio cammino varcando la soglia del proprio ufficio, ancorato alla terra ma proiettato verso destinazioni sconosciute. La palette di colori si muove dal bianco ottico ai colori caldi: terra di siena, tangerine – che esprime tutte le sue potenzialità in un blouson in pelle serigrafato – burgundy e rosa pallido. L’attitudine rilasssata e i volumi generosi non tolgono nulla alla formalità di questo clash tra off e on duty, piuttosto infondono di modernità il guardaroba sartoriale. Non è classic-formale, non è nemmeno sportswear anche se vi sono molti riferimenti in questo senso, è a dire il vero un guardaroba che racconta unicità – nella ricerca dei tessuti soprattutto, che poi è la cifra più distintiva di Ermenegildo Zegna.

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Ermenegildo Zegna p/e 2018

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Ermenegildo Zegna p/e 2018

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Ermenegildo Zegna p/e 2018

Tra i vincitori della MMFW per la p/e 2018 vi è certamente Francesco Risso. Il giovane designer di Marni è alla sua seconda prova con il menswear e sembra aver trovato la sua direzione. Nessuno può rinnegare il proprio passato, che si tratti di storie d’infanzia, di esperienze di vita o lavorative. Certamente la sua moda paga un costante omaggio alla signora Prada per la quale Risso ha lavorato per dieci anni. La sua collezione privata di abiti Margiela e vintage, accumulati negli anni, che custodisce gelosamente a Genova – sua città natale – è lontana dagli occhi ma vicina al cuore. Tanto che in questa collezione per la prossima estate entrambi i riferimenti appaiono quanto mai evidenti. Nonostante questo, la sua proposta risulta fresca, personale e coerente. Le camicie mismatch, gli scampoli di tessuto giustapposti senza troppa cura, la lavorazione argyle del gilet accostato ad una fresca camicia dalla stampa floreale, le righe di diverso calibro che si moltiplicano all’infinito interrotte da stampe naïve, compongono un guardaroba indossabile e anticonformista. Lost and Found. Il suo sorriso in passerella, a chiusura dello show, descrive la gioia di chi ha finalmente capito con stupore che per trovarsi a volte bisogna perdersi. Risso ha trovato la strada e perso la timidezza. Così la collezione diventa anzitutto un manifesto personale ‘Courtesy of Marni, quindi un manifesto da indossare.

Pushed by Martino Carrera

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Marni p/e 2018

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Marni p/e 2018

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Marni p/e 2018

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