Chanel Métiers d’Art è l’annuale collezione che celebra il savoir faire della maison Chanel, una sorta di demi-couture o per meglio dire la celebrazione di quel che sta a metà tra il sogno irraggiungibile dell’alta moda e il prêt-à-porter, che racconta l’artigianalità della confezione e la maestria nei dettagli: ricami, tessuti, minuteria, decorazioni. Nelle passate stagioni la collezione Métiers d’Art ci ha portato a scoprire destinazioni ed evocazioni in qualche misura connesse alla figura di Coco, immaginifiche o storiografiche che fossero. La scelta di Parigi e del Ritz Hôtel sbaragliano l’esotismo del passato e ci trasportano chez Coco nel senso più letterale. La stilista tra gli anni venti e trenta ha vissuto al Ritz e il recente restauro del famoso hotel in Place Vandôme è sembrata a Karl Lagerfeld l’ottima – e forse unica – occasione per celebrare questo scorcio di vita di Coco.

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Paris Cosmopolite è il titolo della collezione, con accezione tutta temporale di questo attributo. Ad essere celebrati, insieme alle sapienti mani dell’atelier, sono i tempi d’oro di una Parigi centro del mondo, della cultura, della moda, del saper vivere. Per questo il riferimento temporale si dipana su diversi decenni tra il 1920 e il 1980 accumulando evocazioni che non vogliono essere coerenti in termini di attitudine nè di stile. È sufficiente la città di Parigi, il ricordo di Mme Chanel, i fasti della hall dell’hotel Ritz per fondere in unica coesiva presentazione la collezione prefall 2017.

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Giovane, accattivante, moderna: le gonne a matita degli anni ’40, la maglieria morbida e avvolgente degli anni ’50, i lunghi abiti alla caviglia per raccontare i ’70 e un certo gusto per l’eccesso della sovrapposizione che paga pegno agli ’80. Tutto senza scostarsi mai da quel desiderio di pagare tributo alla donna che ha reso Chanel la firma di moda che conosciamo oggi. Tra Lagerfeld e Coco esiste un rapporto d’amicizia, di rispetto che Karl continua, stagione dopo stagione, a rendere vivo; la stilista e la donna vivono nelle creazioni di Lagerfeld per Chanel che si può concedere il lusso di evocare epoche inconciliabili, di gettare luce sulla vita piena di ombre della donna, di entrare nella sua casa – rinnovata – appropriarsene e celebrarla, con i bouclé e i tweeds. Questa è la vera essenza di questa collezione: un racconto ideale di un passato che forse non è stato esattamente come viene rappresentato eppure è talmente credibile e accattivante e moderno che è proprio il racconto che vogliamo ascoltare.

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Paris CosmopoliteNon è forse questo ciò di cui abbiamo bisogno?” sono le parole di Karl Lagerfeld nel backstage. Per l’occasione Chanel ha mandato in scena la collezione per tre volte durante la giornata (le pre-collezioni si sa sono il vero core-business delle case di moda); ha raccolto un migliaio di ospiti, riportato sulle passerelle Cara Delevingne danzante e Maria Carla Boscono, fatto sfilare amici e muse, su tutti Pharrell Williams ingentilito dall’iconico filo di perle. Senza gli esotismi di Dubai, o Dallas, o Edimburgo anche questa Métiers d’Art è stata una faraonica rappresentazione dell’universo di Coco Chanel.

Pushed by Martino Carrera

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